mercoledì 20 maggio 2009

Due domande ai candidati rettore: risposta del Prof. Paolo Caretti

Prima di rispondere alle due specifiche domande, è necessaria una breve premessa. Il problema del precariato nel campo della docenza ha assunto proporzioni quantitative abnormi per due ragioni concomitanti. La prima è rappresentata da un'espansione dell'offerta formativa che non ha tenuto conto della effettiva capacità del personale docente strutturato di farsene direttamente carico. La seconda è rappresentata da un quadro normartivo incerto circa il numero di ore minimo che ciascun docente strutturato è tenuto a fare e dall'assenza di un serio meccanismo di controllo sull'adempimento degli obblighi didattici. La conseguenza di tutto ciò è stata la trsformazione dei contratti di docenza da strumenti eccezionali e integrativi dell'insegnamento nelle varie materie in strumenti ordinari e sostitutivi della doicenza che dovrebbe spettare al personale strutturato.
La prima linea da seguire mi pare dunque quella di riportare ad un livello fisiologico il precariato della docenza, mediante una ulteriore riduzione dell'offerta formativa e un più intenso e razionale impiego del personale docente strutturato. In secondo luogo è necesario limitare la docenza precaria solo ad esperti esterni di chiara fama o a personale non strutturato, ma che abbia alle spalle un qualche rapporto con l'Università (conseguimento di un dottorato e/o titolarità di un assegno di ricerca).
A tali soggetti  deve essere riconosciuta la possibilità di fruire, temporaneamente, di tutti i servizi predisposti per i docenti strutturati. Quanto al problema della rappresentanza, non vedo la possibilità di una rappresentanza stabile nei vari organi, tenuto conto della natura in ogni caso temporanea dei contratti di docenza (indipendentemente dalla loro durata); semmai si può pensare ad una loro convocazione alle riunioni dei consigli di facoltà in occasione della discussione del manifesto dell'offerta formativa. Quanto alla retribuzione, ritengo, che compatibilmente con la disponibilità di risorse i contratti di insegnameto debbano essere retribuiti come avveniva in passato. Quanto infine al reclutamento esso deve essere parte della programmazione generale del personale docente e seguirne i criteri. 
A presto,
Paolo Caretti

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