martedì 26 maggio 2009

Due domande ai candidati rettore: risposta del Prof. Alberto Tesi

Come ho già avuto occasione di dire il problema del precariato della docenza, che negli ultimi anni  ha assunto proporzioni enormi specialmente in alcune aree, trae la sua origine dalla riforma degli ordinamenti degli studi universitari secondo il DM/509 che ha portato ad un'offerta formativa fortemente sovra-dimensionata rispetto alla disponibilità di docenza strutturata dell'Ateneo. Fino ad allora, l'utilizzo di professori a contratto, ad eccezione di alcuni casi speciali, era stato limitato ad attività di tipo integrativo a sostegno di insegnamenti curriculari, svolta spesso anche da studiosi illustri provenienti da altri paesi. 

Sono convinto che,  differentemente dal passato, l'offerta formativa dell'Ateneo  debba essere progettata in modo commisurato alla disponibilità di docenza strutturata. Fra l'altro questa va valutata con riferimento ad un orizzonte temporale almeno triennale, tenendo conto dei vigenti requisiti ministeriali di qualità e richiedendo un carico didattico congruo al personale docente strutturato che tenga conto dei diversi ruoli. Questo porterà una ulteriore riduzione dell'offerta formativa attuale e  un utilizzo della docenza esterna, anche  attraverso contratti di tipo pluriennale per assicurare stabilità dei percorsi formativi, limitato a specifiche situazioni e tipologie di docenza (copertura in insegnamenti curriculari vacanti, attività didattica integrativa, obbligo di docenza esterna in alcuni settori,  ...).

A tali docenti, che devono comunque avere un'alta qualificazione dal punto di vista universitario, dovranno essere garantiti, per la durata del contratto, servizi analoghi a quelli dei docenti strutturati, compresa la disponibilità di un posto ufficio per poter espletare al meglio l'attività di ricevimento studenti. Ritengo che tali contratti devono essere retribuiti, tenendo conto delle diverse  tipologie di docenza e compatibilmente con la disponibilità di risorse. Per quanto riguarda la rappresentanza, lo statuto attuale prevede la partecipazione dei titolari di contratto di insegnamento alle sedute dei consigli di corso di laurea. Penso tuttavia che il problema della rappresentanza  vada rivisto in un quadro complessivo che tenga conto anche dei precari della ricerca. Infine, in merito al reclutamento occorre sviluppare una analisi accurata della situazione complessiva del precariato in Ateneo, i cui risultati dovranno essere tenuti in conto al fine di arrivare ad una seria programmazione delle risorse di personale docente su un lungo periodo, che permetta di metter a punto qualche meccanismo di raccordo e di riequilibrio fra le diverse aree.

Codiali saluti,

Alberto Tesi

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