venerdì 29 maggio 2009

Due domande ai candidati rettore: resoconto dell’incontro con il Prof. Guido Chelazzi, Prorettore alla ricerca scientifica

Il Prof. Chelazzi è molto stupito dallo scenario presentato dalla nostra rappresentanza relativamente alla situazione delle docenze a contratto, e sottolinea la necessità di rivedere il contratto in alcune sue parti nella direzione di una maggiore tutela e rispetto. Non condivide l’uso massiccio della docenza a contratto e sottolinea la necessità di una sua diminuzione e di una sua rivisitazione. Lui considera la docenza a contratto strettamente legata all’attività di ricerca e quindi esclude di usufruire di questo strumento come mezzo per tenere in piedi corsi di laurea dove non ci sono sufficienti risorse per la didattica. In quel caso dovrà essere ristretta l’offerta formativa, anche mediante la soppressione di corsi di laurea. La docenza a contratto deve nascere dalla necessità di affidare a qualcuno (ricercatore precario con specifiche professionalità) un corso legato alle sue attività di ricerca. Considera inammissibile che i corsi siano gratuiti o sottopagati, la docenza a contratto deve rientrare in una precisa programmazione delle risorse economiche e non deve essere merce di scambio. Si mostra favorevole a una rappresentanza per i docenti e ricercatori precari, nonché favorevole a un futuro regolare tavolo di consultazione. Riguardo alle politiche per il reclutamento, Chelazzi sottolinea la necessità di un cambio di rotta nell’assegnazione dei futuri posti. Ritiene necessaria una programmazione logica di come assegnare le poche risorse a disposizione nei prossimi anni, nell’ipotesi di un’uscita dal blocco dovuto alla condizione di ateneo “non virtuoso”. A questo proposito prefigura una scenario di scarse possibilità di reclutamento: poche decine di unità nel corso di un periodo di vari anni. Osserva che tuttavia queste poche risorse devono arrivare nei settori dove servono e anche tenendo conto di punti di merito, dopo un’accurata programmazione. La programmazione deve essere limpida e tutti ne devono poter venire a conoscenza, assicurando quindi la massima trasparenza nella programmazione delle carriere dei giovani precari. Tuttavia osserva anche come sia impossibile destinare tutte le risorse soltanto al reclutamento di nuovi ricercatori. Il prof. Chelazzi infine ritiene necessaria una rivisitazione dei contratti di ricerca precari, in vista dell’adozione di una forma unica di contratto. Prevede inoltre lo sblocco del minimo fisso per l’assegno di ricerca, che dovrà poi prevedere scatti di stipendio per anzianità e merito.

(incontro tenutosi martedì 12 Maggio presso il Rettorato a Piazza San Marco)

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