martedì 5 maggio 2009

Incostituzionalità dei contratti di docenza

Come approvato dal CdA dell’Ateneo di Firenze nella seduta del 17 dicembre scorso, i corsi universitari affidati a docenti esterni da quest’anno saranno esclusivamente a titolo gratuito, conformemente a quanto previsto dalla L. 230/2005, art.1, c. 10 (legge Moratti), recepito dal D.M. del luglio 2008. È stato pubblicato nelle ultime ore l’ “Avviso di vacanza di insegnamenti relativi ai corsi” della facoltà di Architettura di Firenze ( http://www.arch.unifi.it/CMpro-v-p-190.html ): 230 (duecentotrenta!) corsi saranno affidati a professori precari che, a costo zero per l’istituzione, si assumeranno il carico della didattica ex-cathedra, del ricevimento degli studenti e degli esami di profitto. Centinaia di corsi universitari affidati a docenti esterni privi dei diritti fondamentali dei lavoratori, tra i quali, non ultima, la retribuzione in relazione al lavoro svolto (non è peregrino ricordare l’art. 36 della Costituzione: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa»); inutile soffermarsi sul diritto mancato alle ferie retribuite, alla previdenza, all’assistenza, alla maternità.... È inaccettabile che un ente pubblico applichi regole che disattendono pienamente il testo fondativo della repubblica che, come è noto, avrebbe dovuto essere democratica e fondata sul lavoro; non fondata sul prestigio, o sulla rendita di posizione, unica contropartita ai contratti di lavoro gratuito. Negli atenei italiani il contingente dei docenti a contratto, al cui interno militano ricercatori dai curriculum esemplari, oltrepassa le 60.000 unità (fonte: MIUR Statistica): nella logica di esternalizzazione della ricerca e della docenza, intrapresa dall’università italiana, e alla luce del disegno di legge elaborato nelle ultime settimane, detto anche ‘’stèrmina-precari’’ (http://cnu.cineca.it/notizie06/ddl_bozza_2_aprileii.pdf), ci si chiede quale futuro è offerto a decine di migliaia di lavoratori cui sono riservati contratti di lavoro stipulati dall’istituzione pubblica nel disprezzo manifesto dei principi della Costituzione.       
Ilaria Agostini