martedì 3 novembre 2009

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DOCENTI E RICERCATORI PRECARI UNIFI

Dopo la pausa estiva protrattasi fin nell'autunno inoltrato è necessario riprendere le fila dei discorsi avviati lo scorso anno.
E' ancora più necessario per l'apparizione del disegno di legge della paventata riforma Gelmini-Tremonti, che, stante il taglio dei fondi alla ricerca, prefigura un'università verticistica, antidemocratica e aziendalizzata, e delinea un lugubre destino per i lavoratori esterni della ricerca e della docenza sempre più esternalizzate e precarizzate.

L'assemblea è convocata per mercoledì 4 novembre ore 18.00 allo SNUR in piazza Indipendenza, 8

Partecipate numerosi, ne va del nostro futuro, e diffondete l'appello di convocazione.

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Coordinamento docenti precari Unifi

Riprendere la parola, rilanciare il movimento

Appello per un'assemblea nazionale a Roma a “La Sapienza” venerdì 20 Novembre
Il Disegno di legge per la riforma dell'Università, da poco approvato in Consiglio dei ministri (28.10), ci impone di riprendere la parola. E' passato un anno, infatti, da quel movimento straordinario che hacongelato ogni ipotesi di riforma organica dell'università, invadendole piazze di tutta Italia. Un movimento, quello dell'Onda, che hasaputo reinventare il conflitto in un Paese trafitto dalle destre eprivo di opposizione. Un movimento che, partito nelle università, èdilagato nelle scuole e ha coinvolto anche noi, precari della ricerca,già protagonisti delle lotte contro il Ddl Moratti nell'autunno del2005.
La forza dell'Onda ha in buona parte fermato l'iniziativa governativa(ricordiamo che al seguito dell'approvazione del Dl 137 sulla scuola –29 ottobre del 2008, la Gelmini aveva promesso un decreto legge ancheper l'università), ma non è riuscito ad ottenere l'annullamento deitagli finanziari alla formazione, massicciamente introdotti dallaLegge 133 (8 miliardi di euro in meno per la scuola, 1.5 miliardi dieuro per l'università). Oggi, nel pieno di un autunno sempre piùcarico di disoccupazione e di precarietà, indubbiamente ancora debolesul piano del conflitto, il governo ha ripreso l'offensiva.
Il Ddl colpisce a morte l'università pubblica, riorganizzandola apartire dall'insistenza dei tagli. Se la parte relativa allagovernance prefigura università snelle (per numero di facoltà), privedi democrazia (riduzione e svuotamento delle competenze degli organicollegiali) e aziendalizzate (apertura ai privati del Consiglio diamministrazione), la seconda, quella che delega il governo al riordinodel diritto allo studio secondo la retorica del merito, introduce ilprestito d'onore per gli studenti, imponendo la formula del debitoindividuale in sostituzione ai diritti comuni.
Ma è la terza parte quella che ci riguarda di più. In primo luogoviene abolita la terza fascia di docenza, quella dei ricercatori atempo indeterminato. Solo contratti a termine per chi fa ricerca; poi,dopo sei anni e un'abilitazione, tutti a sgomitare per i pochi postida professore associato, in concorsi locali e notoriamente“meritocratici” ma in realtà profondamente opachi , i cui criterirestano sostanzialmente invariati rispetto a quelli attuali. Ingenerale, questo DDL cambia tutto per non cambiare nulla. Per un versonessuna delle proposte elaborate in questi anni dai precari vieneassunta, e resta la giungla di contratti precari che caratterizzanol'università attuale (gli assegni di ricerca, le borse di studio, icontratti di docenza e altro), con la ratificazione dei contratti didocenza GRATUITI. Per un altro verso si riduce lo spazio per laricerca e si consolida la tendenza alla liceizzazione dell'universitàpubblica, in cui il compito prevalente delle figure “stabili” sarà ladidattica. La riforma promette solo tagli e non è previsto alcunincremento di fondi: non si capisce quindi con quali soldi si potrannoassumere i ricercatori a tempo determinato, il cui costo è superiore aquello degli attuali associati. Il tetto alla spesa per il personaleconfermato nel disegno di legge e i tagli pesantissimi della legge 133che già oggi stanno producendo migliaia di licenziamenti non farannoche aggravarsi. Le campagne stampa che parlano di abolizione delprecariato sono chiaramente demagogiche: questa riforma il precariatodella ricerca lo moltiplica all'infinito.
È chiaro dunque che se questo DDL venisse approvato dalle Camere sidefinirebbe un punto di non ritorno, meglio, la dismissionedell'università pubblica che abbiamo conosciuto fino ad adesso.Un'università, intendiamoci bene, che non ci siamo mai sognati didifendere e che abbiamo con forza e passione criticato, a partire dalnostro ruolo. Oggi è necessario, però, riprendere la critica dei taglie del DDL che ne è diretta espressione. Pretendere di finanziarequesta riforma con i soldi dello scudo fiscale è insensato. Non si puòvincolare l’università italiana alle trovate della finanza creativadel ministro dell’economia Tremonti. Resta il fatto che in Italia sispende meno dell’1% del PIL in ricerca, e questa riforma non prevedealcun incremento.
Per questo riteniamo giunto il momento di riprendere parola, perconfrontare analisi e proposte, ma anche e soprattutto per ridefinireuna piattaforma e un'agenda di lotte condivise. Un'agenda che non silimiti ad assumere la partecipazione alle scadenze sindacali già incantiere, ma che piuttosto faccia delle stesse occasioni perrilanciare un movimento e una campagna politica molto più ampia e alungo termine, che riguardi l'università e la ricerca, ma che si leghianche alle lotte degli studenti e della scuola e che cominci aimmaginare e a pretendere un nuovo Welfare.
A partire da queste premesse e convinti che le nostre parolerispondano ad un'esigenza diffusa, convochiamo per venerdì 20novembre, alle ore 14 presso la Sapienza un'assemblea nazionale con ilseguente ordine del giorno:
1. Analisi del Ddl2. Piattaforma delle rivendicazioni3. Agenda delle mobilitazioni nazionali e territoriali
Con questo appello riteniamo fondamentale coinvolgere nellapartecipazione e nel dibattito gli studenti e i precari della scuola.

Laboratori Precari - Rete dei dottorandi e ricercatori precari delleUniversità di Roma http://laboratoriprecari.blogspot.com

Coordinamento Nazionale Precari della Ricerca-Flc Cgil